A Verona (New York) sabato il massimo Vianello rischia contro Rice. A Potenza sfida tra Italia e Portogallo con Testa e Mesiano, Malanga, Magri e Caruso.
di Giuliano Orlando
La Top Rank di Bob Arum sabato 14 gennaio, alza il sipario al Turning Stone & Casino di Verona nel distretto di New York, presentando alcuni dei suoi pupilli, in particolare due pesi massimi dal record immacolato. Non più giovanissimi, ma in grado di proiettarsi a tempi non troppo lunghi nell’arengo dei migliori in assoluto. Clou riservato a Stephan Shaw (18) con 13 KO all’attivo, 30 anni, al test più impegnativo che risponde al nome di Efe Ajagba (16-1), gigante nigeriano di 28 anni, alto 1,98, residente a Stafford nel Texas, una sola sconfitta in carriera contro il cubano Frank Sanchez (21) passato pro nel 2015, dopo una carriera di ottimo livello come dilettante, culminata con la qualificazione ai Giochi di Rio 2016, vincendo il torneo tenutosi a Brazzaville in Congo. In Brasile venne sconfitto nei quarti dal kazako Ivan Dicko. Il 21 dicembre 2019 contro il georgiano Iago Kiladze (27-6-1) prima di vincere per KO al quinto round, dovette subire a sua volta un KD alla terza ripresa, segnale da non trascurare, contro Shaw pugile dal pugno pesante. L’americano nato a Saint Louis nel Missouri, guidato dal manager David McWater, da dilettante non emerse oltre l’ambito del proprio stato, passando professionista nel 2013 a vent’anni. Finora la Top Rank lo ha guidato con molta prudenza, facendogli affrontare collaudatori di non eccelsa qualità. Il nigeriano è il primo test di valore. In precedenza la Bob Arum aveva messo in programma la sfida tra Shaw e il nostro Vianello. Match a mio giudizio molto rischioso per l’italiano, poi saltato essendo venuto a mancare il precedente avversario di Efe, il colombiano Oscar Rivas (28-1) infortunatosi in allenamento. La nuova sfida tra Shaw ed Efe promette scintille e anche una soluzione prima del limite. Per Vianello, reduce dalla vittoria a Roma il 28 ottobre scorso, contro lo scozzese Jay McFarland (13-7), la scelta sostitutiva è caduta su Jonathan Rice (15-6), 36 anni, nativo del Sud Carolina, residente a Los Angeles dal 2014, quando a 27 anni decise di passare pro, guidato da Al Haaymon, senza troppe ambizioni, cadenzando il record con vittorie e sconfitte sempre dignitose. Nell’unica trasferta in Europa, il 4 ottobre 2017 a Parigi, perde sui sei round contro il francese Tony Yoka, oro a Rio 2016, recentemente battuto a sorpresa dal congolese Martin Bakole (18-1), 29 anni, residente in Scozia, sul ring di Parigi in modo più netto di quanto hanno detto i giudici francesi. Nonostante il record non eccezionale, in questo momento l’americano è sicuramente un avversario di riguardo e molto pericoloso. La sua metamorfosi è iniziata lo scorso luglio sul ring del Prudential Center a Newark (New Jersey), chiamato ad affrontare il fino ad allora imbattuto Michael Polite. A sorpresa Rice – reduce da due sconfitte nette contro l’australiano McKean e il nigeriano Ajagba - da rassegnato collaudatore si trasforma in protagonista impartendo una lezione al rivale, costretto alla resa al quinto round. Il clan di Polite chiede l’immediata rivincita, subito concessa da Rice che ribadisce la superiorità, stavolta ai punti e intasca 50.000 dollari, la più alta borsa della carriera. A quel punto diventa professionista a tempo pieno. Lascia il lavoro di guardia giurata e si affida ad un nutrizionista per mettere ordine a tavola, scendendo a 120 kg. dieci meno del passato.
Il romano Guido Vianello (10-0-1), 28 anni, sotto l’occhio attento del suo maestro Simone D’Alessandri ha preparato questa sfida fondamentale per il proseguo della carriera andando a Londra, dove ha disputato importanti sedute di guanti con pugili di qualità. L’italiano sa benissimo che Rice sarà motivatissimo a proseguire il suo momento magico. “In passato è stato mio sparring, quindi ho una certa conoscenza del pugile che affronterò sabato. Come sono consapevole, che troverò un avversario ben diverso e superiore, a quando ci si allenava insieme”.
Il suo maestro ha studiato a lungo Rice e ha rivisto i due incontri vinti contro Polite, cercando di trovare nella tattica di Vianello le giuste contrarie: “Rice ha una struttura imponente e molta velocità sia di braccia che di gambe. Non è il classico picchiatore, ma ha la mano pesante. Guido non deve subirlo, semmai il contrario, sfruttando l’allungo e usando il destro sia in diretto che in montante. Il gioco di gambe sarà fondamentale nell’andamento del match sui dieci round. Non sarà certo una passeggiata, ma ritengo che affrontare avversari come Rice sia anche necessario per compiere il salto di qualità. Bob Arum ha progetti ambiziosi per Guido e il 2023 è l’anno fondamentale per scalare posizioni. Oggi Guido è attorno al numero cento e noi puntiamo ad arrivare nei top venti. Battendo Rice, che si pone nei primi 50, potremmo sostituirlo e questo sarebbe un primo passo in avanti notevole”
Perché vi siete orientati verso gli USA, ignorando le opportunità europee?
“Con tutta la buona volontà la differenza nel riscontro finanziario è abissale. In un prossimo futuro non è da escludere l’attenzione anche per l’Europa, ma al momento i progetti sono tutti sul fronte americano”.
La Top Rank si è detta interessata anche ad un debutto negli USA della campionessa europea dei supermosca, la romana Stephanie Silva (7) che a Roma ha recentemente difeso la cintura contro l’ostica e altissima polacca Ewelina Pekalska (6-1), confermando i continui progressi tecnici e tattici. Che proposte avete avuto?
“Molto interessanti e di alto livello, ovvero opportunità mondiali. In particolare due nello specifico. Contro la californiana Seniesa Estrada (23), 30 anni, pro dal 2011, titolare WBA minimosca e la texana Marlena Esparza (13-1) attuale regina WBC e WBA nei pesi mosca. Professionista dal 2017, una sola sconfitta contro la Estrada nel novembre 2019 per l’interim WBA dei minimosca, categoria dove faceva fatica a rientrare nel peso. Salita nei pesi mosca conquista prima il mondiale WBC nel 2012 e la scorsa stagione quello della WBA. Entrambe sono votate all’attacco, ma la nostra preferenza è orientata per la Esparga, nei mosca, categoria naturale di Stephanie. Orientativamente parliamo di fine estate, quindi potremmo disputare una seconda difesa europea utile a fare ulteriore esperienza”.
Sempre sabato, in Italia a Potenza, avrà luogo la sfida a livello dilettantistico, tra una compagine azzurra e la omologa squadra portoghese. Organizza la Boxe Potenza, che allestisce il confronto al Pala Rossellino e che verrà ripreso in diretta dall’emittente federale. Il team italiano, guidato da Emanuele Renzini, il responsabile nazionale, affiancato dai tecnici Riccardo D’Andrea e Gennaro Moffa, è composto da quattro azzurre e cinque azzurri. Il settore femminile è composto da Erika Prisciandaro (50), Irma Testa (57), Alessia Mesiano (60) e Assunta Canfora (63). I maschi scelti sono Federico Serra (54), Gianluigi Malanga (67), Francesco Magri (71), Paolo Caruso (86) e Diego Lenzi (+92). Salvo prevedibili cambiamenti dell’ultima ora. Una compagine di tutto rispetto. La Testa è il bronzo di Tokyo, oltre a podi europei e mondiali, una star a livello assoluto, la Mesiano è stata iridata nel 2016 e sul podio europeo a sua volta la Canfora è atleta generosa ed esperta, tricolore e azzurra ad europei e mondiali. La siciliana Prisciandaro è l’elemento nuovo tra i 50 kg. vincitrice del titolo italiano lo scorso dicembre. Non meno forte il quintetto maschile, con il sardo Serra pluricampione italiano, come Malanga e Magri, che giocano in casa, Lenzi è la novità agli ultimi tricolori e Caruso, 18 anni è l’argento ai mondiali youth disputati in Spagna. Il Portogallo guidato dalla team leader Sandra Silva, ha scelto tra le donne Soares Rita (50), Camara Marine (57) e Ferreira Carolina (60), assente la 63 kg. I maschi sono Bolela Josè (67), Naee Armando (71), Rodriguez Antonio (86), Fernandez Iuri (+92), manca il 50 kg. Non sappiamo se verranno integrati oppure la sfida riguarda solo otto atleti. Sul piano dei valori almeno sulla carta la sfida è decisamente a favore dell’Italia e sarebbe una sorpresa anche una sola sconfitta. Giuliano Orlando