Quella di Sochi 2014, in programma dal 7 al 23 febbraio, è la 22esima edizione dei Giochi olimpici invernali, la prima in Russia. Per ogni edizione abbiamo selezionato una gara, un episodio, un atleta o un personaggio che hanno infiammato la fantasia dei tifosi e fatto la storia delle Olimpiadi. L’Italia è ottimamente rappresentata: si va dal primo storico oro di Nino Bibbia, passando per le straordinarie imprese di Alberto Tomba. Ecco, edizione per edizione, le curiosità dei Giochi olimpici invernali, da Chamonix 1924 a Vancouver 2010.
Chamonix 1924 Lo statunitense Anders Haugen detiene un primato imbattibile: quello di avere vinto una medaglia all’età di 83 anni. Dopo essere arrivato quarto nella prova di salto speciale dietro il norvegese Thorleif Haug, a distanza di cinquant’anni dalla gara beneficia di un errore di calcolo e scalza il rivale piazzandosi sul gradino più basso del podio. La medaglia di bronzo gli viene consegnata nel 1974.
Saint Moritz 1928 Il personaggio simbolo è la pattinatrice norvegese Sonia Henie che, a soli 15 anni, partecipa per la seconda volta ai Giochi. Dopo l’ultimo posto di Chamonix, un pianto a dirotto e una dichiarazione battagliera (“mi vedranno tra quattro anni i signori giudici…”) si prende l’immediata rivincita e, oltre a trionfare sul ghiaccio, ha anche la soddisfazione di essere la protagonista della cerimonia di chiusura con un’esibizione di pochi minuti.
Lake Placid 1932 L’Oscar della sfortuna va all’azzurro Giovanni Delago, partito con l’ultimo pettorale nella 50 chilometri di fondo. Proprio al momento della partenza si scatena una bufera di neve che lo accompagna per tutta la gara, durata oltre quattro ore. Secondo quanto riportato dalle cronache dell’epoca, Delago percorre gli ultimi dieci chilometri senza neppure i rifornimenti: viste le proibitive condizioni ambientali, gli addetti ai punti di ristoro avevano infatti pensato bene di abbandonare la pista.
Garmisch-Partenkirchen 1936 A dichiarare ufficialmente aperti i Giochi invernali, davanti a una folla di 50mila persone, è Adolf Hitler in uniforme e berretto a visiera. Il compito di filmare le Olimpiadi viene affidato alla regista Leni Riefenstahl. Ex ballerina, attrice e alpinista, aderisce al nazionalsocialismo (pur non condividendone i principi antisemiti e razzisti) in nome della sua amicizia personale con lo stesso Hitler. Durante i Giochi realizza due lungometraggi che ancora oggi sono apprezzati in tutto il mondo.
Saint Moritz 1948 Sono i Giochi di Nino Bibbia, il primo azzurro a vincere una medaglia d’oro alle Olimpiadi invernali. La conquista nello skeleton, disciplina appositamente inserita nel programma proprio in quella edizione. Bibbia, che aveva iniziato a praticare la disciplina solo poche settimane prima dell’appuntamento olimpico, non parte certo tra i favoriti ma il suo è un autentico trionfo: nelle ultime tre discese stacca nettamente gli avversari vincendo con un vantaggio di 2”4 sullo statunitense John Heaton e di 2”9 sul britannico John Crammond. Dopo il 1948 lo skeleton sparisce dal programma olimpico per poi rifare la sua comparsa a Salt Lake City 2002.
Oslo 1952 I norvegesi riservano ai Giochi un’accoglienza calorosa riversandosi in massa nella capitale. In dodici giorni di gare, dal 14 al 25 febbraio, si registrano circa 514mila spettatori paganti. In particolare, alla gara di salto con gli sci, vengono venduti 150mila biglietti per avere accesso alla zona posizionata intorno al trampolino.
Cortina d’Ampezzo 1956 Durante la cerimonia inaugurale il pattinatore azzurro Guido Caroli inciampa su un cavo e cade sul ghiaccio. Una caduta priva di conseguenze ma dal sapore simbolico, considerato che a far perdere l’equilibrio all’atleta azzurro è un cavo per la televisione che, proprio in occasione di quei Giochi, trasmette per la prima volta un evento sportivo italiano in diretta in tutto il territorio nazionale. Secondo alcuni è il primo segnale della prevaricazione della tv nei confronti dello sport.
Squaw Valley 1960 E’ questa, probabilmente, l’edizione peggio organizzata della storia con lo staff al seguito degli atleti costretto a trovare sistemazioni di fortuna a causa della carenza delle strutture alberghiere. L’Italia vince una sola medaglia grazie a Giuliana Minuzzo Chenal, terza nello slalom gigante. Madre di due bambine, la sciatrice azzurra chiede e ottiene dalla Federazione italiana e da quella internazionale che gli venga pagata una babysitter durante i periodi di assenza per motivi agonistici. Ai Giochi di quattro anni prima a Cortina era stata la prima donna della storia a pronunciare il giuramento olimpico.
Innsbruck 1964 Eugenio Monti, il bobbista più titolato dei Giochi con 6 medaglie e portabandiera azzurro, si rende protagonista di un gesto di sportività che gli consente di vincere (primo atleta nella storia) la medaglia Pierre De Coubertin. Saputo che il bob dei britannici Tony Nash e Robin Dixon ha perso un bullone, Monti decide di prestare loro il suo. I britannici vincono l’oro mentre Monti, insieme a Sergio Siorpaes, si mette al collo la medaglia di bronzo. Dopo il ritiro agonistico, colpito dal morbo di Parkinson e da numerose traversie tra cui la separazione dalla moglie e la morte per overdose del figlio, si spara un colpo di pistola alla testa il 30 novembre 2003 all’età di 75 anni: viene immediatamente trasportato all’ospedale di Belluno dove si spegne il giorno dopo.
Grenoble 1968 La città francese, non propriamente montanara essendo a 200 metri sul livello del mare, vince per soli tre voti la concorrenza della canadese Calgary, favorita per l’assegnazione. Si inaugura un nuovo modo di organizzare le Olimpiadi: a Grenoble c’è il villaggio principale e vengono ospitati solo gli sport su ghiaccio nei palazzetti, mentre le prove di sci alpino, fondo e slittino vengono dirottate nelle valli, per raggiungere le quali gli atleti devono a volte sobbarcarsi lunghi trasferimenti.
Sapporo 1972 Per la prima volta le Olimpiadi approdano in Asia. Per l’Italia sono indubbiamente i Giochi di Gustavo Thoeni che vince due medaglie: un oro nella prova di Gigante e l’altro nello slalom speciale. Quest’ultima prova si rivela una sfida tutta in famiglia, considerato che a mettersi al collo la medaglia di bronzo è Rolando Thoeni, cugino di Gustavo.
Innsbruck 1976 Inizialmente assegnata a Denver, negli Stati Uniti, la 12esima edizione dei Giochi invernali viene dirottata nella città austriaca a causa della rinuncia della città del Colorado, a seguito di un referendum indetto e vinto dai cittadini contrari a finanziamenti pubblici per l’organizzazione. Il sindaco di Innsbruck, Alois Lunger, diventa così il primo a ricevere due volte personalmente la bandiera con i cinque cerchi. Nonostante il poco preavviso la città austriaca, che aveva organizzato i Giochi solamente 12 anni prima, si presenta all’appuntamento perfettamente preparata.
Lake Placid 1980 In piena Guerra Fredda, Usa e Urss si ritrovano di fronte in una storica finale di hockey su ghiaccio. La squadra sovietica è nettamente favorita ma gli americani, con una formazione composta quasi esclusivamente da studenti universitari, trionfano al termine di una partita che passerà alla storia come il ‘miracolo sul ghiaccio’. Per gli Stati Uniti la soddisfazione è talmente grande che 22 anni dopo, in occasione dei Giochi di Salt Lake City, per accendere il braciere vengono scelti proprio i giocatori di quella squadra di hockey.
Sarajevo 1984 La decisione del Cio di assegnare alla città jugoslava la 14esima edizione dei Giochi olimpici invernali suscita un certo clamore. La Jugoslavia, infatti, vanta all’epoca una tradizione praticamente nulla in fatto di sport invernali: in sessant’anni di storia non è riuscita a conquistare nemmeno una medaglia. E’ Jure Franko, con un argento nello slalom gigante, a spezzare il tabù.
Calgary 1988 A seguito dell’ampliamento del programma di alcune discipline, per la prima volta i Giochi si disputano in due settimane anziché in una sola. Fa il suo esordio, tra la curiosità generale, la Nazionale giamaicana di bob. Il quartetto originale è composto da Devon Harris (ex tenente dell’esercito), Dudley Stokes (ex capitano dell’aeronautica), Michael White (ex soldato della Riserva nazionale) e Samuel Clayton (ex ingegnere ferroviario). La sua prima esperienza si conclude con il ribaltamento del bob, per fortuna senza conseguenze.
Albertville 1992 Quattro anni dopo Calgary, Alberto Tomba rivince l’oro nello slalom gigante e diventa il primo sciatore alpino a vincere per due volte consecutive lo stesso titolo olimpico. Il grande sciatore bolognese chiuderà la carriera con cinque medaglie ai Giochi (tre ori e due argenti) l’ultima delle quali a Lillehammer.
Lillehammer 1994 Il fondo italiano scrive una delle sue pagine più belle: Maurilio De Zolt, Marco Albarello, Giorgio Vanzetta e Silvio Fauner vincono l’oro nella staffetta 4X10 km. Lo sprint di Silvio Fauner batte allo sprint l’idolo di casa Bjorn Daehlie, alzando le braccia al cielo di fronte a 150mila tifosi norvegesi che restano ammutoliti di fronte all’impresa azzurra.
Nagano 1998 Il fondista norvegese Bjorn Daehlie vince tre ori portando il suo palmares olimpico a dodici medaglie e diventa così l’atleta più medagliato nella storia dei Giochi invernali con 8 ori e 4 argenti. Eppure, da bambino, Daehlie sogna di fare il calciatore: è un suo allenatore a consigliargli lo sci nordico.
Salt Lake City 2002 L’australiano Steven Bradbury vince l’oro nello short track nel modo più incredibile, approfittando di una serie impressionante di cadute dei suoi avversari in semifinale e finale. Per Bradbury, primo atleta dell’emisfero australe a conquistare un titolo olimpico invernale, è una sorta di risarcimento dopo la sfortuna con cui ha dovuto fare i conti nella prima parte della carriera: nella Coppa del mondo 1997-98 uno scontro in gara con il pattinatore azzurro Mirko Vuillermin gli provoca una gravissima ferita curata con 111 punti di sutura; nel 2000 si procura la frattura del collo in allenamento.
Torino 2006 Le Olimpiadi invernali tornano in Italia dopo cinquant’anni. La cerimonia inaugurale, che quell’anno risulta il programma televisivo più visto al mondo, vince due Emmy Award. L’evento si chiude con la partecipazione del grande tenore Luciano Pavarotti, alla sua ultima esibizione.
Vancouver 2010 I Giochi canadesi si aprono con una tragedia. A poche ore dalla cerimonia inaugurale, durante una prova in pista, muore il 22enne georgiano Nodar Kumaritashvili che, dopo avere perso il controllo dello slittino, va a sbattere contro un palo di acciaio a una velocità di circa 140 chilometri orari.