Vettel-Ferrari: it's over. Il tedesco lascerà non senza rimpianti

Pubblicato il 12 maggio 2020 alle 16:05:53
Categoria: Formula 1
Autore:

Questa notte erano trapelate alcune indiscrezioni, in mattina è arrivata l’ufficialità: Sebastian Vettel non ha rinnovato il contratto con la Ferrari. Non c’è stata intesa tra la domanda (chiedeva un biennale) del ferrarista e l’offerta (un solo anno) della scuderia italiana. La sua avventura con la Rossa di Maranello giungerà al capolinea dopo sei stagioni intense, piene di emozioni, di passione. E anche di dolori, malumori e divergenze sia all’interno del box che con i tifosi del Cavallino Rampante. Soprattutto negli ultimi tempi. Quando, forse, sottotraccia covava per il tedesco l’idea che la Ferrari non fosse più parte del binomio osannato nel novembre del 2014, mese in cui venne ufficializzato il suo ingaggio. Sembrava un rapporto inscindibile quello tra la Rossa e l’ex pilota della Red Bull fondato e consolidato negli anni grazie ad un rapporto di fiducia reciproca, un “do ut des”: <>. Vettel ha dato tanto alla Scuderia italiana e la controparte ha ricambiato il favore in molti casi. Non quanto, però, immaginasse il tedesco: i numeri narrano di un matrimonio che sarebbe potuto sbocciare in maniera più fruttuosa se soltanto le prestazioni della vettura fossero state degne dello stemma e del nome che porta la monoposto. Centouno gran premi disputati, quattordici vittorie, cinquantaquattro podi e dodici pole-position: sono le statistiche di Seb. Un percorso costellato di alti e bassi che (per ora) non ha consentito a Vettel di riportare il titolo a Maranello. Titolo che soltanto nel 2018 ha potuto toccare concretamente con mano. In quel campionato la corona iridata Sebastian Vettel l’ha sedotta, amata e poi lasciata sfuggire proprio nel momento clou della relazione, a vantaggio del suo rivale Hamilton che, alla fine, lo superò anche in numero di titoli mondiali vinti: 4 contro 5. Doppia beffa per il tedesco. La quale evidentemente nella pausa invernale tra il 2018 e il 2019 non è riuscito a scrollarsi di dosso. Troppo pesante quella sconfitta, sorretta dalle spalle di un solo uomo che era al comando (Vettel) di una nave che successivamente (anno 2019) troverà un nuovo capitano (Leclerc): un leader inaspettato, molto più giovane di lui, con un talento impressionante e un pizzico di sfrontatezza che dentro un’arena di leoni non guasta mai. Anzi, è necessaria. L’inizio della debacle sportiva di Vettel potremmo farla coincidere in quel preciso momento storico, tra la fine di un’era e l’inizio della successiva: quando servono freddezza nel lasciarti tutto alle spalle e nervi d’acciaio per ricominciare daccapo esiliando gli errori commessi in un recente passato nell’angolo più sperduto della mente. Purtroppo, ciò non è accaduto. Gli svarioni dell’ultimo campionato hanno eclissato in gran parte le qualità del pilota tedesco, che con abnegazione e senso del dovere ha lottato con tutte le sue forze per portare in alto la Rossa: tant’è che ci sono state prestazioni da numero uno. A volte, però, anche la dea bendata gli ha voltato le spalle lasciandolo ad un destino burlone nei suoi confronti. Però, il fallimento della Ferrari in questi anni non è imputabile soltanto al pilota. Così come nel calcio è l’allenatore, molto spesso, il capro espiatorio delle pessime prestazioni in Formula 1 il pilota vive la stessa condizione. Ma la scuderia italiana non è esente da responsabilità. A Maranello, durante l’interregno del tedesco, si è cambiato tanto in un tempo che può sembrare breve ma non lo è: c’è stato un via vai di persone in ruoli determinanti della squadra che ha messo in secondo piano la continuità del progetto. I giochi non sono ancora terminati perché c’è ancora una stagione 2020 che, con tutte le difficoltà del caso per l’emergenza Covid-19, potrebbe partire ad inizio luglio. E se Seb vincesse il mondiale la Ferrari che farà? Ai posteri l’ardua sentenza. Intanto, una semplice frase può racchiudere il divorzio tra la Rossa e l’ex pilota della Red Bull: mancò la fortuna, non il valore.

IL POST VETTEL: SAINZ JR IN POLE

L’abbandono di Vettel lascia il sedile da seconda guida libero perché è assodato che Leclerc diventi prima guida. Nei giorni scorsi il ferrarista ha dichiarato a “Skysport” che vorrebbe “un compagno di squadra esperto e veloce”. Sainz Jr. ha 25 anni e ha già alle spalle 102 gran premi. Solido e veloce lo è. C’è un interrogativo però: lo spagnolo accetterebbe di fare da scudiero al monegasco? Il padre è stato un maestro nel rally e il figlio non vorrà essere da meno in F1. Difficilmente quando l’opportunità diventerà concreta davanti a lui lascerà spazio al gioco di squadra in favore di Leclerc e a scapito della gloria personale. Più fredda, ma non per questo meno praticabile, la pista Ricciardo così come quella che porta a Giovinazzi. Il pilota della Alfa Romeo dovrebbe impressionare tutti nella stagione 2020 per garantirsi il posto nella Rossa. Forse, è ancora troppo acerbo per un così grande salto in avanti. Insomma, il toto-nomi è cominciato: si prospettano giorni infuocati fronte mercato piloti.

Articolo a cura di Fabrizio Frasca.