La Via della Seta in 100 post di Alessandro Codello: la recensione

Pubblicato il 24 febbraio 2020 alle 17:40:09
Categoria: Libri di Sport
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La Via della Seta in 100 post. Alessandro Codello – ediciclo editore – Pag. 335 – Euro 19.90.

Ho letto questo lavoro con grande interesse, avendo avuto la fortuna d’aver visitato molte delle nazioni toccate dall’autore. Scoprendo che lungo la strada ho perduto tesori di informazioni e realtà. Confessione un po' amara ma sincera, stimolando pagina dopo pagina, a recuperare quanto lasciato ad ogni tappa. L’autore ha percorso l’antica Via della Seta in bicicletta, usando in alternativa mezzi decisamente più lenti degli aerei di cui io ho usufruito. Una lezione utilissima, perché ho appreso lungo le pagine del viaggio quanto avevo lasciato senza saperlo. Da Venezia alle isole greche, rispolverando l’illustre storia di una ricchezza antica sontuosa e non effimera, Ma anche un presente come al Pireo e nelle isole vicine, dove trovi che l’accoglienza per i profughi ha il sapore del filo spinato. La Turchia è un bazar dove si incrociano il meglio e il peggio. Perfino il Montenegro, l’ultimo stato indipendente dell’ex impero titino, merita attenzione per la convivenza tra Islam e cristianità. Sperando che duri. L’Iran è un tappeto prezioso con macchie che ne guastano i disegni stupendi. Il regime politico-religioso, non sopporta aperture e allora trionfa la rinoplastica, le bevande alcoliche e la fronda sottovoce, ma costante. 

Nel viaggio infinito, da Venezia a Isfahan, da Costantinopoli e Bukhara e oltre, scopri tracce di grandi comunità ebraiche. Nell’Uzbekistan, fermata a Samarcanda, città sacra in fase di ristrutturazione e a rischio della perdita dell’antica identità. Che resiste nei cortili trasformati in giardini, come le terre aride in oasi verdi. Il Kirghizistan confinante con la Cina, come il più ricco Kazakistan e il Tajikistan rappresentano frontiere di una storia che grazie alle tradizioni, fa da diga ad un progresso che porta qualche briciola di benessere, ma cancella la storia. La Cina e il Giappone sono lo specchio del mondo orientale che cambia, il segnale del non ritorno alle origini, pur su strade assai diverse. La prima esce dal nulla tecnologico a grandi falcate, spesso troppo ampie e pericolose, ma senza mai arretrare, un mare infinito di gente, un formicaio che cerca sempre nuovi spazi, con una fame di benessere insaziabile. I nipponici, dopo lo stordimento della guerra perduta, hanno iniziato il ritorno al vertice, chiudendosi sempre più in sé stessi. Nessuna fratellanza, nessuna intrusione. Un monoteismo assoluto, nel nome di un verticismo tecnologico altrettanto assoluto. Ma non fanno più paura. Solo curiosità ma non amore. Aggiungendo un sacco di foto, che rendono palpabile ciò che l’autore racconta. Arrivo alla fine del libro senza accorgermene. Il complimento più grande di un lettore.

Giuliano Orlando