Com'era prevedibile, la semifinale da record Anderson-Isner, la più lunga della storia di Wimbledon con le sue 6 ore e 41 minuti di durata, ha avuto ripercussioni anche sull'altro match, quello tra Novak Djokovic e Rafael Nadal. La sfida, inizialmente prevista per le 16:10, ha avuto inizio dopo le 21 a causa della maratona tra il sudafricano, poi volato in finale grazie al 26-24 del quinto set, e l'americano. Dopo le 23 inglesi (quindi mezzanotte in Italia), non si può più proseguire. Si ripartirà sabato dal punteggio di 6-4 3-6 7-6, con il serbo avanti quindi per 2-1.
Un ritardo celebrato ironicamente da Djokovic che, su Instagram, ha pubblicato un post di lui che gioca a biglie nell'attesa. Poco dopo le 21, però, l'inizio, caratterizzato dala chiusura del tetto e della disputa indoor del match. Il primo set favorisce proprio il serbo che, dopo aver sprecato due palle break nel quinto game, strappa il servizio a Nadal nel settimo, chiudendo successivamente sul 6-4. Nel secondo parziale, però, Nadal rimette la sfida in parità volando prima sul 3-1, poi reagendo al break del numero 21 del mondo con un controbreak che gli vale prima il 4-2, poi il 6-3 dopo due palle break annullate. Nel terzo game, il servizio fa da padrone: nessuna possibilità di evitare il tie break, che vede affermarsi il numero 21 del mondo, che chiude sull'11-9 dopo aver annullato tre set point. A quel punto, però, la partita viene interrotta: si ripartirà con il serbo avanti per 2-1 e Rafa Nadal chiamato a rimontare per non fallire l'accesso alla finale di Wimbledon.