Il destino di Walter Zenga si è rovesciato nell'arco di un anno. Dodici mesi fa, nonostante risultati tutto sommato apprezzabili alla guida della Sampdoria, l'Uomo Ragno era stato defenestrato da Ferrero che per sostituirlo aveva puntato su Montella. Ora, nella Serie B inglese sulla panchina del Wolverhampton, l'ex portiere dell'Inter e della Nazionale azzurra naviga a metà classifica, ha già incassato tre sconfitte nelle prime dieci giornate, ma ha dalla sua l'amore incondizionato (almeno per ora) dei tifosi che, a ogni partita, gli dedicano cori personalizzati al Molinex Stadium, la casa dei Wolves.
"Siamo arrivati qui, io e il mio staff, a inizio agosto, solo cinque giorni prima dell'inizio del campionato - dice Zenga al microfono di Premium Sport -. E' un mese e mezzo che sono qua ma devo ammettere che da fuori non si può avere la sensazione di quello si vive da dentro. La Championship è un campionato con dei ritmi ossessionanti, è un calcio differente, è un calcio vero. Per i tifosi sono meglio di Wenger? E' un paragone pesantissimo ma sono contento perché capisci che il tuo lavoro viene apprezzato".
Ma nei pensieri di Zenga, reduce in estate dall'esperienza di commentatore televisivo per la Rai al seguito della Nazionale azzurra a Euro 2016, c'è sempre e solo una squadra: l'Inter. "Se è un mio rimpianto? L'Inter era una mia idea ma se non è successo ci saranno stati dei motivi. L'Inter rimane il mio cuore, la mia anima e la mia vita e appena c'è la partita se ho tempo la guardo: sono anche molto critico perché sono un tifoso. All'inizio del campionato si pensava che solo Juve e Napoli potessero giocarsi la vittoria finale e in questo momento stanno confermando le aspettative, ma a mio modo di vedere sia Roma che Inter possono fare qualcosa per creare delle problematiche alle prime due in classifica".