Wrestlemania 33. Guanti, impermeabile e cappello al centro del ring. Un uomo abbandona l’arena tra gli applausi: è Undertaker, è stato sconfitto da Roman Reigns in quella che, secondo molti, sarà la sua ultima apparizione in assoluto. Abbandonare gli iconici indumenti, che negli anni hanno preso la forma abituale del suo corpo, è un indizio che rivela tutto. L’era del Deadman è finita, stavolta per davvero.
Ma i mesi trascorrono e sul fronte Undertaker tutto tace: nessun comunicato della WWE sul ritiro ufficiale dell’atleta, né dal diretto interessato. Niente di niente.
Così arriviamo a oggi, a Raw 25th (puntata celebrativa per i 25 anni dello show rosso, in onda il prossimo lunedì): Undertaker tornerà, per fare cosa non è dato saperlo. Ma il suo ritorno ovviamente solletica la fantasia dei fan, mai sazi delle gesta dell’ormai 52enne texano.
Cosa è lecito aspettarsi, dunque? La soluzione più ovvia sembrerebbe la seguente: Undertaker torna semplicemente perché la sua presenza in un episodio tanto importante della saga dello show rosso è irrinunciabile. Ma potrebbe esserci di più, soprattutto perché la parola “ritiro” non è mai stata pronunciata. Che la pronunci lunedì? Ipotesi difficile: la WWE non procurerebbe mai un tale shock gratuito ai fan, figuriamoci in una puntata celebrativa. E se invece Taker annunciasse la sua presenza alla Rumble o un suo ultimo match a Wrestlemania?
È su quest’ultima ipotesi che l’opinione pubblica si spacca: c’è chi, lecitamente, non vuole più vedere una versione tanto modesta (fisicamente soprattutto) del Deadman, non più credibile nei panni dell’invincibile (già due le sconfitte a Wrestlemania, la famosa streak è un lontano ricordo). Ma l’ultima apparizione, quel match con Roman Reigns, che ha surclassato atleticamente l’ex World Heavyweight Champion, non può essere stata davvero “l’ultima”.
Una leggenda del calibro di Undertaker, per ciò che ha dato al business, per come ha ripagato l’investimento emotivo dei fan che per anni l’hanno sostenuto, meriterebbe un addio più decoroso. Non tanto nel risultato (ritirarsi con una sconfitta ha un che di poetico). No. Ma nelle premesse, nello svolgimento e nel finale: abbiamo apprezzato il dramma dell’anno passato, ma non era completo. L’era di Taker non si era ancora conclusa.
Un’ultima faida, ben costruita, con logica e dedizione, potrebbe seriamente dare al becchino il congedo che merita. E con chi se non con John Cena? Il leader della Cenation è l’unico sfidante che Undertaker non ha mai incrociato in una rivalità importante e due icone come loro meriterebbero almeno un match in una grande cornice come Wrestlemania. Inoltre, Cena sarebbe tra i pochi in grado di sostenere un incontro col Taker attuale, impostandolo su ritmi lenti ma riempiendo i vuoti tecnici con la tensione emotiva che una sfida tanto leggendaria potrebbe trasmettere.
E allora l’augurio è questo: che la WWE dia una fine degna a uno degli atleti più rappresentativi e longevi della disciplina. Poi riposeremo tutti, rigorosamente, in pace.
Articolo scritto da Alberto Neglia.