VIAGGIO ALLA SCOPERTA DEI LUOGHI DEL MONDIALE: BAHREIN

Pubblicato il 27 marzo 2019 alle 12:10:07
Categoria: Pit Lane
Autore: Fabio Parolin

Per il secondo GP stagionale si vola nel Regno del Bahrein. Ricordatevi di prendere una bottiglia d’acqua e un cappello prima di partire, siamo in mezzo al deserto!

Quanti di voi sanno esattamente dov’è il Bahrein? E quanti ne hanno sentito parlare prima del 2004, anno in cui vi si è svolto il primo Gran Premio di Formula 1? Eppure, il Regno dei due Mari, questo il significato del nome, è da sempre considerato importante hub commerciale proprio per la sua posizione strategica. L’arcipelago, formato da una (piccola) isola maggiore e da circa altre 30 isolette, si trova infatti nel bel mezzo del Golfo Persico, a metà strada fra Arabia Saudita e Qatar. Ora che sapete dove si trova il Bahrein, non sarete sorpresi dal fatto che la sua ricchezza è dovuta in gran parte al petrolio ed al settore bancario che si è sviluppato di conseguenza (se vi può essere utile, il paese è considerato paradiso fiscale), ma in passato una delle attività principali per i locali era la pesca delle perle. Pochi sanno che le perle naturali più pregiate al mondo provengono dal Bahrein, purtroppo la scoperta dei giacimenti petroliferi ha ridotto notevolmente questa attività tradizionale ma potete comunque fare una capatina al souk di Bab al-Bahrain (il mercato principale della capitale) e portarne a casa un po’ come souvenir…

Un’altra domanda, sapete come si chiamano gli abitanti del Bahrein? Bahreiniti. Bene, ora tirate una monetina, testa o croce? La probabilità che indoviniate cosa esce è la stessa di trovare un Bahreinita in Bahrein: circa metà della popolazione è costituita da stranieri. Il rapido sviluppo economico ha causato una forte immigrazione e richiesto un’enorme quantità di lavoratori, soprattutto indiani (che siano arrivati qui dopo essersi appassionati alla F1 grazie al GP d’India? Nah, impossibile…). Anche per questo il Bahrein, in particolare la capitale Manama, è considerato un paese cosmopolita e più tollerante rispetto ai suoi vicini arabi: qui ad esempio, le donne non hanno limitazioni alla guida. Anche l’alcol è venduto più liberamente ed è molto diffuso, ma non sul podio, durante le premiazioni infatti, lo champagne è sostituito dall’acqua di rose. Se proprio volete bere, dovete uscire dal circuito ed attraversare il deserto che lo separa da Manama, lì potrete trovare molti bar alla moda, soprattutto di lusso, frequentati da turisti ma anche da arabi, dove ascoltare musica e bere un drink. A proposito, meglio ordinare qualcosa di rinfrescante visto che le temperature arrivano fino a 50 gradi.

Dicevamo, prima dell’entrata in calendario del Gran Premio del Bahrein, nell’ormai lontano 2004, non molti conoscevano questo paese, ma l’evento ha contribuito molto al suo sviluppo turistico. Il Principe l'aveva intuito e non ha badato a spese per la costruzione del circuito di Sakhir, realizzando nel bel mezzo del deserto una struttura tecnologicamente all’avanguardia, anche dal punto di vista della sicurezza (di spazio per le vie di fuga ce n’era in abbondanza). La location è senza dubbio suggestiva, ma presenta pro e contro. Uno di questi è la sabbia, quella presente attorno al circuito viene facilmente portata dal vento sulla pista e per prevenire il problema si deve intervenire con dell’apposita colla spray sulle zone sabbiose. Inoltre, il clima della zona, tipicamente desertico, è contraddistinto da una notevole escursione termica, ma questo non ha impedito di organizzare il GP in notturna. Anzi, ciò ha contribuito ad aumentare ancora la spettacolarità dell’evento, il quale ha riscosso il parere positivo di addetti ai lavori e tifosi, nonostante il circuito sia stato progettato, indovinate un po’, dal tedesco Hermann Tilke. Circuito che prevede diversi layout: nel 2010, in occasione dei 60 anni della F1, è stata utilizzata una diversa configurazione, la cosiddetta versione “endurance” (quella più lunga) che prevedeva 24 curve.

Non possiamo non ricordare che nel 2011, nell’ambito delle cosiddette “primavere arabe” il Bahrein è stato interessato da proteste e sollevazioni popolari che hanno portato alla cancellazione del Gran Premio dopo che i team avevano manifestato preoccupazione per l’incolumità del proprio personale. Sceicchi e capi della Formula 1 fingono di non vedere, noi intanto ci auguriamo che il Principe non continui ad utilizzare la sua smodata ricchezza solamente per piantare altre palme attorno alla pista o accendere le migliaia di luci che servono per illuminarla. Ma questi sono altri discorsi…

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A cura di Fabio Parolin (@fabioparo90)

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